Metro’s got talent: I peruviani imbattibili

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Metro’s got talent: I peruviani imbattibili

Sulle orme di Italia’s Got Talent, Giulia sotto la metro diventa giudice di una particolare sezione dei casting: quelli lungo i binari della metro A. Per sapere chi degli aspiranti concorrenti arriverà in finale… restate con noi!

I Peruviani Imbattibili” – Categoria: musicisti

Quando li vedi entrare, li riconosci subito e non puoi fare a meno di sentirti felice: li precede quella fama decennale, associata solo agli artisti di un certo livello, e li accompagna un’aura di buonumore che di questi tempi non guasta mai.

Sistemano rapidi la chitarra, l’amplificatore e il voluminoso flauto di pan; accordano alla velocità della luce, salutano i passeggeri e riescono a iniziare la performance in contemporanea con la chiusura delle porte del convoglio.

“Da professionisti consumati” è il primo appunto che prendo nel mio taccuino mentale, con la certezza che i miei colleghi giudici saranno d’accordo con me. Il ritmo su cui è plasmato l’intero medley che stiamo ascoltando è una rumba talmente trascinante che c’è da chiedersi come mai non ci siamo ancora alzati in piedi a ballare tutti insieme. Ah, non c’è spazio: ecco perché non ci siamo alzati, ma per fortuna possiamo ancora ascoltare con entusiasmo la sequenza di classici latini in corso, battendo le mani a tempo.

Da Comandante Che Guevara Guantanamera, i musici peruviani scelgono di non saltarne neanche uno, probabilmente facendo leva sul fatto che la gente conosce queste canzoni a memoria, tanto che attacca a cantarle anche se non le ama troppo.

“Pop, esperti, bravi: potrebbero addirittura vincere” scrivo ancora sul mio taccuino mentale, cercando di rimanere obiettiva al di là del trasporto momentaneo… cosa che, però, mi viene difficile, visto che l’intero vagone alla fine ha deciso di ribellarsi alle regole della geometria e della fisica.

Ora siamo quasi tutti in piedi ballare La bamba e dio solo sa cos’altro. Applausi, grida di incoraggiamento e cori spontanei lasciano presagire la necessità di un Golden Buzzer, che non arriva solo perché arriva prima la fermata successiva.

I ragazzi devono smantellare di corsa e cambiare vagone, se non addirittura vettura: sono le dure regole dell’intrattenimento musicale metropolitano, che li schiacciano contro futili paletti chiamati “biglietto obliterato”, “controllori”, “chiamo la sicurezza”… insomma, tutti ostacoli al noto principio del the show must go on, che si rispetta con difficoltà da dietro le sbarre di una cella.

Prima di andar via, quello che tra loro sembra il leader raccoglie il cappello che aveva poggiato per terra all’inizio dell’esibizione e ne sbircia il contenuto: non sono una cima in matematica, ma – facendo un rapido calcolo di quante persone ho visto avvicinarcisi con i soldini in mano – direi che almeno venti euro li hanno racimolati. In neanche due minuti di esibizione.

Signori, le chiacchiere stanno a zero.

Per Giulia sotto la metro, questo è un sì.