5 inconvenienti al tornello della metropolitana

inconvenienti al tornello

5 inconvenienti al tornello della metropolitana

Ovvero: arrivare alla fermata, possedere un abbonamento o un biglietto valido e avere tutta l’intenzione di prendere la metro in arrivo, non vi garantirà affatto di raggiungere il vostro obiettivo.

1) Guasto tecnico

Forse perché si è sempre di fretta, forse perché si è sempre presi da mille pensieri, forse perché si è animati da un positivismo ottocentesco ormai decisamente anacronistico, in genere quando si verifica l’inconveniente n.1 nessuno se ne accorge mai subito. Si procede decisi come il maschio alfa di una mandria di bufali in corsa, si protende il corpo verso le sbarre rotanti mentre contemporaneamente la mano spinge il titolo di viaggio verso l’apposita fessura o rilevatore magnetico designato e normalmente si finisce contusi. Piegati letteralmente in due contro la sbarra che — al contrario delle aspettative iniziali — non ha la minima intenzione di ruotare su stessa. A quel punto si impreca, chi non è credente bestemmia anche, e solo dopo si fa un passo indietro. Ed è allora che si legge, su un pezzo di carta lercio e attaccato con il nastro adesivo, la temibile dicitura normalmente vergata con caratteri al limite dell’analfabetismo: “GUASTO TECNICO”. Solo i più fortunati riusciranno a trovare un tornello che funziona tra quelli a disposizione, tutti gli altri invece finiranno a imprecare (o a bestemmiare, qualora non siano religiosi) in faccia al capostazione di servizio.

2) Biglietto già obliterato

La situazione in questione appare a tutti gli effetti come quella di cui sopra: la mano ha inserito il titolo di viaggio nell’apposita fessura, ma la barra rotante non ruota. Le imprecazioni di turno sono esattamente le stesse analizzate in precedenza, ma stavolta non c’è nessuna attenuante. Nessun cartello malconcio vi solleva dalla responsabilità dell’impasse, per scaricarla direttamente sul disservizio pubblico. Tutto sembra funzionare, voi vi sentite perfettamente in regola con il biglietto estratto dal vostro portafogli, dalla tasca del cappotto o da un meandro della vostra borsa da lavoro. E allora quale cazzo è il problema? Perché diamine non riuscite a superare il tornello? Bene, in questo caso spero per voi che non andiate a smadonnare contro il capostazione di servizio, perché sarebbe un modo piuttosto imbarazzante di scoprire che la vostra arteriosclerosi galoppa e che il biglietto che state cercando di usare è stato già obliterato due giorni fa, quando siete andati a trovare l’amata zia Peppina in quel di Numidio Quadrato o l’affascinante Kikko89 dalle parti di Lepanto.

3) Tessera smagnetizzata/scaduta/in attesa di attivazione

Non siete tipi da biglietto? Prendete sempre la metro, non volete preoccupazioni e avete soldi da investire? In questo caso, avete fatto la scelta giusta acquistando un abbonamento (mensile o annuale che sia) e il relativo, civilizzato, tecnologico supporto magnetico. Vi sentite all’avanguardia e protetti da ogni tipo di impaccio e, sulla carta, avreste ragione voi. La realtà, però, è che non siete affatto esenti dall’imprevisto come in realtà dovreste essere e — quando meno ve lo aspettate — vi troverete a scoprire che al tornello non gliene frega un accidente del vostro abbonamento e la sbarra rotante non ruota. No, non ruota per voi e neanche per il vostro fantastico tesserino magnetico. Ve lo dico, la seccatura in questo caso può difendere da tre fattori: la tessera è scaduta, oppure si è smagnetizzata, oppure avete pagato il rinnovo mensile via internet e la pratica non è stata ancora attivata. In tutti e tre i casi, mi dispiace per voi, per risolvere il vostro problema dovrete affrontare il Leviatano Capitolino nella figura del capostazione, o dell’impiegata al biglietteria o, peggio ancora, di un qualsiasi addetto disposto a starvi a sentire. Pace all’anima vostra.

4) L’accollo indesiderato

Lo fanno. È fastidioso, ridicolo e a tratti anche da incoscienti, ma lo fanno… tiè, qualche volta l’ho fatto pure io! In fondo, c’è del brivido rivoluzionario e trasgressivo nel passare al tornello in due con un biglietto solo: bisogna essere rapidi nei movimenti, accorti nel non farsi vedere, fluidi nell’allontanarsi con passo deciso ma con l’aria di chi non ha fatto nulla. Il problema, però, è che — mortacci loro — le persone non lo sanno fare: si incastrano, si bloccano, si attorcigliano tra loro, o cercano di passare insieme a te quando tu sei già incazzato come una iena con la vita e con tutto l’universo mondo. In questo scenario, dunque, non è contro le sbarre rotanti che si finisce a impattare, ma contro degli altri esseri umani, che puntualmente vi guardano come se non avessero la minima idea del perché vi troviate incollati gli uni agli altri. Ovviamente, lo fanno perché stanno ancora cercando di dissimulare con scaltrezza la trasgressiva manovra. Se volete, potete spiegargli che sono fuori tempo massimo e che — a questo punto della vicenda — sarebbe molto meglio biascicare qualche scusa e poi sparire all’istante. Già… potete, ma vi avverto: non sperate che vi capiscano. Se fossero stati intelligenti sul serio, avrebbero fatto due biglietti invece di uno e a quest’ora sarebbero già a bordo di un vagone.

5) La tessera del supermercato

Difficilmente ci si sente così stanchi come quando ci si avvicina al tornello della fermata della metro: o siamo ancora addormentati e totalmente impreparati nei confronti della giornata che ci attende, o siamo distrutti da una giornata di duro lavoro, frustrazione e rabbia. Pertanto, è facile abbandonarsi all’automatismo dei gesti ripetuti giorno dopo giorno, senza neanche pensare a ciò che accade. Fai le scale di corsa, più o meno velocemente a seconda se stai salendo o scendendo, a falcate larghe ti avvicini al tornello, estrai il portafoglio, prendi l’abbonamento, lo schiacci contro il lettore magnetico e rimani piegato in due contro la sbarra rotante che (tanto per cambiare) non ruota. Perché? Non lo riesci a capire, allora controlli il tesserino che — con fierezza e orgoglio — stringi nella tua mano destra e ti dovresti fare un selfie per immortalare lo stupore con cui scopri che non è affatto la tessera dell’ATAC, ma quella del supermercato. Sì: hai tentato di attraversare il tornello con la tessera del tuo supermercato e poi ti stupisci pure che non riesci a passare.

(Vabbè, lo confesso, a me una volta ha funzionato ma ancora oggi non so perché. Quindi mi limito a scoattare, senza illudervi che lo possiate fare anche voi.)