Mariniello Soi

Mamme sotto la metro

Erika Mariniello è la blogger viaggiatrice, autrice insieme a Cristiana Mariani del libro “9 mesi – Diario (semiserio) di una gravidanza” edito da Giaconi Editore, nonché collega di vecchia data di Giulia sotto la metro che non ha perso l’occasione per intervistarla. Di cosa abbiamo parlato? Di cosa vuol dire essere la mamma di una cucciola che va all’asilo e di cosa vuol dire affrontare un viaggio in metro con un passeggino.

GSM: Allora, Erika… dimmi un po’, come si svolge la giornata tipo delle mamme metropolitane?

EM: Cavolo, una domanda più semplice non ce l’avevi? Beh, vediamo…

Ore 7.30. È martedì e la sveglia, come ogni giorno della settimana – levataccia 7 giorni su 7: chi ha bimbi piccoli che girano per casa lo sa – suona e disturba il sonno già più volte interrotto dal pianto di chi è ancora troppo cucciolo per dormire 8 ore filate senza stare nel lettone di mamma e papà. Il latte è già nel microonde pronto per la colazione, le mamme di corsa si vestono, si preparano e… via per un’altra frenetica giornata di lavoro e di asilo!

GSM: Asilo, lavoro… immagino questo sia l’inizio di un’altra avventura in metropolitana. Vero?

EM: Sì, perché la corsa all’asilo nido delle mamme può essere più impegnativa di una maratona da percorrere di corsa, se non si è allenati. Giuro, sarebbe meglio dover iniziare la giornata facendo cento flessioni piuttosto che portare un bambino al nido utilizzando la metropolitana.

GSM: Perché? Qual è l’ostacolo più impegnativo?

EM: Senza dubbio il passeggino. Perché il passeggino, che normalmente a molte mamme salva la vita così come il ciuccio proposto nei momenti di pura follia dei piccoli, in metropolitana ingombra e complica tutto in un modo assurdo.

GSM: I percorsi metropolitani non sono pensati per questa estensione a quattro ruote del corpo materno?

EM: Scherzi, Giulia? Provateci, gente, a cercare l’accesso ad un ascensore nei cantieri della metropolitana di Roma. Se siete in ritardo, non avete un attimo da perdere e dovete raggiungere la metropolitana che, tra l’altro, è già ferma con le porte aperte da qualche secondo, non credo abbiate il tempo di scegliere un modo comodo e consono per raggiungere la banchina con il passeggino. Fosse solo quello, alla frenesia di una corsa sulle scale mobili, si aggiunge, quella della gente che alle 8 del mattino deve raggiungere l’ufficio e il peso di tutte le borse di cui chiaramente una donna non può fare a meno. Provate ad immaginare quello che vi sto raccontando e in tutto questo aggiungete il punto di vista di chi, ancora piccolo, ha avuto una notte piena di risvegli, si è poi alzato presto, si è fatto vestire di corsa e ora si trova in mezzo a tutti quei grandi che corrono per andare a fare un lavoro che spesso non amano, il tutto per separarsi dalla mamma e andare all’asilo. Un incubo, insomma.

GSM: In base alla tua esperienza, come si sopravvive a questa dura prova? Come fanno le mamme di oggi ad arrivare a destinazione ogni mattina?

EM: In qualche modo le mamme eroiche riescono sempre a salire sulla metropolitana – spesso anche facendo gli occhi dolci a qualche forzuto che le possa aiutare a sollevare il passeggino e tutti i pesi al seguito – ma la battaglia non è ancora vinta.

GSM: Non è finita qui? Sembra peggio di un videogioco! Qual è il secondo livello?

EM: La gente. Tanta gente. Stipata in metropolitana, pronta ad uccidere pur di salire su quel mezzo necessario per andare al lavoro. E, anche in questo caso, ecco che la posizione dei piccoli non può essere sottovalutata. Dal passeggino non deve essere un bello spettacolo vedere tutte quelle gambe insieme, tutta quella gente che sta chattando al cellulare come se non ci fosse un domani, tutto quel marasma di persone strette come delle sardine.

GSM: Ci credo! Lo è per un adulto maturo e vaccinato… figurarsi per un bimbo che vorrebbe solo farsi un altro sonnellino.

EM: Esatto. Per fortuna, però, le fermate passano e ogni volta il sospiro di sollievo è profondo. Raggiunta la destinazione, l’asilo nido è vicino. Anzi, sarebbe vicino… se non fosse che dalla metropolitana, le mamme col passeggino e le borse, così come sono entrate… beh, dovranno pur uscire!

GSM: E come affrontano il terzo livello, le nostre intrepide mamme metropolitane?

EM: Il procedimento è il seguente: prima devono lasciar scendere la fiumana di gente che corre come se dovesse fare il record a una gara di corsa alle Olimpiadi. Poi devono spiegare al loro piccolo nel passeggino che crescendo le generazioni cambiano e che forse, col tempo, la Nasa troverà un modo per andare su Marte, anche a vivere. Poi devono trovare il modo di salire in superficie, magari ancora una volta utilizzando – anche se non è concesso, è pericoloso e soprattutto rischioso – le scale mobili.

GSM:  La vita è veramente dura per tutti, sotto terra, eh?  Sono sicura, però, che con questo piano d’azione la vittoria sia assicurata!

EM: Ebbene sì! A questo punto dell’impresa, è passata almeno un’ora da quando le mamme eroiche sono uscite di casa: si sono fatte le nove e l’asilo chiude opo soli 10 minuti, ma almeno il delirio della metropolitana di Roma è ormai un ricordo.

GSM:

Manca lo sprint finale, per raggiungere l’agognato traguardo?

EM: Quelli che restano  solo pochi passi, a questo punto praticamente una passeggiata. Ecco l’insegna dell’asilo… incredibile! Mamme, prendete una boccata d’aria (anche se è piena di smog) e respirate. Siete salve e il vostro cucciolo – aiuto, se avete dei gemelli la fatica è doppia e potreste essere in fin di vita! – può finalmente andare a giocare.  A voi, invece, spettano 8 ore di ufficio, se va bene. Prendetela con filosofia, domani è un altro giorno. Avete un’altra avventura da vivere. In fondo, è solo martedì!