Metro’s got talent: La zingara con il carrello

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Metro’s got talent: La zingara con il carrello

Sulle orme di Italia’s Got Talent, Giulia sotto la metro diventa giudice di una particolare sezione dei casting: quelli lungo i binari della metro A. Per sapere chi degli aspiranti concorrenti arriverà in finale… restate con noi!

“La zingara con il carrello” — Categoria: musicisti

La sua fama la precede.

Incede ciabattando, mentre lentamente si trascina dietro il suo marchio di fabbrica, un Canta Tu del 1994 legato ad un carrello della spesa, ormai riconoscibile ai più al pari della posa plastica di Usain Bolt o dei cambi di look di Lady Gaga. Stiamo parlando di lei: la Zingara con il carrello, che ormai da anni ci delizia sotto la metro con le sue performance da piano bar.

Spero che, come me, i miei colleghi giudici non compromettano l’integrità del proprio giudizio con questioni non strettamente musicali e allo stesso tempo, annoto nel mio taccuino mentale, mi auguro che la performance di oggi si distingua dalle altre per qualche motivo degno di nota.

La Zingara con il carrello spinge il tasto play e dal Canta Tu del 1994 escono subito le inconfondibili note iniziali di My heart will go on. Scelta molto apprezzabile, dato che si tratta di una delle colonne sonore più famose della storia del cinema, il brano che ha regalato l’immortalità a Celine Dion, in breve… ‘a canzone der Titanic.

Forte di un’esperienza decennale, la Zingara regge bene la tonalità, canta a tempo e si muove con garbo nonostante l’abbigliamento dimesso per forza di cose. Questi sono senza dubbio tutti elementi positivi che finisco per evidenziare nel mio taccuino mentale, ma all’improvviso mi rendo conto di un dettaglio che mi blocca. Lo stesso, ne sono sicura, sta accadendo anche ai miei colleghi giudici. Ho provato mentalmente a cantare la canzone insieme alla Zingara e non ci sono riuscita. Perché? Perché le parole che sta cantando non sono quelle giuste.

Non sono quelle inglesi che tutti conosciamo (…yooooou’re heeeeere, there’s noooothing I feeeeear…) e neppure la loro possibile traduzione italiana (…seeeeei quiiiii, pauuuuura non hoooo…) e neppure Dio solo sa cosa. Sono solo semplicemente un susseguirsi di suoni sbiascicati che non si avvicinano neppure lontanamente alla fonetica originale e che, alla fine, ti si inchiodano nelle orecchie come un fastidioso tormentone che forse non se ne andrà mai. Anche questo, però, a ben pensarci, potrebbe essere motivo di successo: guarda chi ha vinto Sanremo quest’anno.

Perciò, se ci mettiamo anche il fatto che la Zingara con il carrello ha beccato il temutissimo cambio di tonalità finale al primo colpo, di petto e senza neanche una sbavatura, non possiamo che prendere atto — ancora una volta — che la metro ci ha regalato un’altra sorpresa.

Per Giulia sotto la metro, questo è un sì.