Attentato ai cittadini?!

Quando mio zio mi apostrofa con la frase: “Non sai che cavolo mi è successo ieri in metro…” io lo ascolto sempre con grande attenzione, perché ogni volta ottengo la conferma di una grande verità: quando il Guinness dei primati deciderà di assegnare il premio al più grande collezionista di sfighe metropolitane, vincerà lui. Se i bookmaker lo quotassero, datemi retta, ci sarebbe da farci un pensierino e ora vi convincerò una volta per tutte.

Dopo una giornata di duro e sfiancante lavoro d’ufficio, zio si piazza alla fermata dell’autobus in fiduciosa attesa: dopo qualche minuto, invece di una vettura, vede arrivare un uomo in evidente stato di stress psico-fisico. Parla a raffica, attacca i passanti con scatti di polemica ingiustificata, addirittura a una signora comunica a gran voce di essere stato ricoverato al pronto soccorso per un sospetto infarto di matrice ansiosa. (Beato lui.)

L’istinto di allontanarsi tempestivamente prima che accada qualcosa di spiacevole zio ce l’ha anche, ma non fa in tempo ad assecondarlo perché – dopo un paio di passi confusi e stentati – il tipo gli si accascia addosso, urlando con voce strozzata: “Mi sento male… aiutatemi!”

E a quel punto, che fai: non la chiami l’ambulanza?

Dopo mezz’ora di attesa (di un mezzo di trasporto ben diverso da quello agognato in origine) con tanto di assembramento di folla e diagnosi sparse di tutti gli esperti della strada – …è stress, è un attacco di cuore, è il cambio di stagione, è il nervo vago… – mio zio decide di cambiare piano e andare a prendere la metro, poco più avanti. L’idea è anche buona, ma purtroppo anche lì l’accesso al sottosuolo è ostacolato da un capannello di passanti sorto per soccorrere una persona svenuta.

Avranno diffuso qualcosa nell’aria, si chiedono i complottisti e se lo chiede anche un ragazzo corpulento con giubotto mimetico, doposci bucati in punta e capelli alla Robert De Niro in Taxi driver. Cammina appoggiandosi ad una stampella e urla ai presenti: “Attentato! Attentato! Stanno a ffa ‘n attentato alla salute dei cittadini!”

Dato che – come per fortuna è ancora normale – non se lo fila il becco di nessuno, il tipo decide di rincarare la dose ai danni di un autobus che passa di lì: “Ecco, ‘o vedi? Guarda quello: gira con le ruote deformate! È un attentato! Polizia, arrestate er conducente! Subbito!”

Nel frattempo, come se non bastasse già tutto questo, la signora svenuta ha ripreso conoscenza: zio la vede dare di stomaco, boccheggiare e spiegare con un rantolo che per errore qualche ora prima ha ingerito del detersivo.

“Ecco spiegato il colore anomalo della pozza ai piedi della poveretta” pensa mio zio. E un attimo dopo: “Uh guarda, l’autobus con le ruote deformate si è fermato. Se mi sbrigo, faccio in tempo a prenderlo… visto l’andazzo, direi che l’attentato mi sembra lo scenario più tranquillo tra tutti quelli che ho visto oggi, va’.”

(Vi ho convinto o no con la storia del Guinness dei primati?)

(Tratto da una storia realmente accaduta a Carlo S., lettore di “Giulia sotto la metro”)