I DIECI COMANDAMENTI METROPOLITANI – SECONDO

SECONDO COMANDAMENTO:

NON FARE DOMANDE INVANO

Ore 9.30 del mattino.

La metro è stracolma nel senso letterale del termine e, dall’interno del vagone, non c’è minimamente modo di fare spazio a chi entra. Nessuno riesce a muoversi e – in particolare  non riesce a muoversi un ragazzo aitante e robusto che se ne sta schiacciato accanto alla porta d’ingresso.

Ciò nonostante, quando arriviamo a Barberini le persone che vogliono entrare sono molte e spingono con prepotenza perché temono di rimanere tagliati fuori dalla chiusura delle porte.

Un signore abbronzato e ben vestito spinge con più veemenza degli altri e finisce per travolgere il ragazzo di cui sopra, che si altera non poco.

“Ma non è capace di chiedere permesso?” Chiede al signore il quale, snobbandolo alla grandissima, gli risponde: “In condizioni del genere non c’è alcun cazzo di permesso da chiedere.”

Scaturisce un diverbio che – senza particolari colpi di scena – va avanti per un po’, prima che lo scambio di flussi tra la folla in entrata e quella in uscita separino i due contendenti (si spera) per sempre.

Ciò non toglie che a me il dubbio resta: quale sarebbe stata l’opzione migliore?

A) il ragazzo doveva scendere per fare spazio al signore (e a tutti gli altri), rischiando però di non riuscire a rientrare.

B) il signore poteva entrare con meno foga, magari senza chiedere permesso ma almeno evitando di calpestare la gente.

C) il ragazzo doveva subire gli spintoni senza fiatare, focalizzandosi con tutte le sue forze sulla speranza di un domani migliore.

E mentre demando ai posteri l’ardua sentenza, non posso far altro che scolpire nella roccia il secondo dei miei 10 comandamenti metropolitani:

NON FARE DOMANDE INVANO

(Perché poi ti rispondono e ti tocca fare pippa…)