I Guardiani

Con questo racconto, Paolo Papagni si aggiudica il primo premio e la menzione speciale per il messaggio costruttivo di FÈRMATE 2020, il concorso letterario per viaggiatori metropolitani all’epoca del Covid indetto da Giulia sotto la metro.

Prese a scendere i gradini dell’ingresso della metropolitana lentamente, stando attenta a non cadere, perché diavolo poi si era messa quegli stivaletti col tacco così alto? Pensò ironicamente Serena. In metro lesse un libro come faceva di solito, senza badare a quelli che gli stavano intorno e pochi minuti dopo scese a Termini. Fu a quel punto che lo vide, un attimo prima di avviarsi verso l’uscita, era senz’altro lui, Dante.

Il ragazzo, poco più che ventenne, aveva la mascherina, ma Serena lo riconobbe subito dallo sguardo inequivocabile. Dante viveva in una casa famiglia nel suo stesso palazzo, di lui Serena non sapeva molto, se non che non aveva più i genitori ed era affetto da una lieve forma di autismo, autismo ad alto funzionamento lo aveva definito Chiara, la donna che gestiva la struttura, sapeva poi che aveva una sorella, più piccola di lui, che viveva con il fidanzato e che spesso andava a trovarlo. Nella casa famiglia c’erano altri ragazzi, ma lui era il suo preferito, era simpatico, aveva gli occhi intelligenti, era piuttosto autosufficiente e la sua abitudinarietà la riempiva di tenerezza.

“Dante?!”, lo chiamò lei, avvicinandosi, “Dante, sono io, Serena! Che ci fai qui? Lo sanno a casa? Lo sa Chiara che sei qui?”.
Il ragazzo si voltò appena e mormorò qualcosa che lei non riuscì a sentire. Sembrava intento a cercare qualcuno, osservava attentamente tutti quelli che passavano e su alcuni si soffermava un po’ di più. Serena cercò di capire cosa stesse cercando per poter catturare la sua attenzione.

“Cerchi Chiara?”.
“No!”. Questa volta la sua voce le arrivò inconfondibile, con quel suo strano modo di pronunciare le parole, un po’ come un adulto che scimmiotti un bambino offeso.
“Allora se mi dici chi cerchi magari posso aiutarti!”.
“Cerco i Guardiani!”.
“I Guardiani?”
“Sì!”.
“E chi sono?”.
“Devi stare attenta! Se ti prendono…”.
“Se mi prendono?”.
“Ti attaccano il Covid!”, le rispose a voce bassa, facendole segno di fare silenzio.

“Ah! Ora ho capito”, Serena rispose sempre tenendo basso il tono della voce, sapeva che se lo avesse contraddetto avrebbe rischiato che lui si arrabbiasse, e resse il suo gioco, “quindi i Guardiani vanno in giro ad attaccare il Covid?”. “Sì! Lo hanno portato loro, non capisci? È un complotto!”.

“Oh cavolo! No, Dante… non sapevo niente!”, fece mettendosi una mano davanti alla bocca fintamente spaventata, e sorridendo in realtà sotto la mascherina.
La gente intanto era fluita fuori, ed erano rimasti solo loro due. Serena non se la sentì di lasciarlo lì, doveva avvisare Chiara e aspettare che qualcuno venisse a prenderlo.

“Senti perché non mi porti fuori di qui ché ho paura, e mi racconti tutto?”.
Il ragazzo la guardò un attimo con diffidenza, poi però fece cenno di sì col capo, allora Serena gli allungò la mano e lui l’afferrò e partì spedito su per le scale rischiando quasi di farla cadere, mentre lei di nuovo si chiese per quale maledetta ragione avesse messo i tacchi alti quella mattina.

Arrivati in cima alle scale Dante divenne guardingo, si bloccò e con una mano fermò anche Serena, si guardò intorno due o tre volte, uno degli addetti della metro stava passeggiando avanti e indietro vicino ai tornelli d’uscita e Dante le disse sottovoce che dovevano fare piano perché non li vedesse. Così, guidata da lui, Serena si lasciò trascinare fuori e non appena furono all’aria aperta lei lo guidò verso un bar lì nei pressi della stazione, lo fece sedere e ordinò un caffè, poi subito prese il cellulare e chiamò Chiara.
“Pronto?”.
“Ciao Chiara, guarda io sono con Dante, l’ho trovato qui a Termini, adesso siamo qui fuori ad un bar!”.
Ecco dov’era! Mamma mia, grazie! Guarda arrivo subito, dammi cinque minuti! Siamo venuti tutti in centro e ad un certo punto non l’ho più trovato, mi è preso un colpo, menomale che lo hai trovato!”.
“Ok, guarda, siamo al bar davanti alla stazione, ti aspetto qui!”.
“Arrivo subito! Grazie!”.
Dopo aver riattaccato guardò Dante, era un ragazzo bellissimo, con quei suoi intelligenti occhi nocciola, e per un attimo provò un’immensa tenerezza per lui.

“Sei bello sai, Dante?”.
Lui si imbarazzò un po’ e guardò dall’altra parte facendo finta di nulla.
Serena sorrise tra sé e aggiunse: “Sei il primo uomo ad ignorare le mie attenzioni, ma va bene!”, così dicendo fece spallucce e sorrise ancora, nel frattempo la ragazza portò il caffè, e Serena si tolse la mascherina e iniziò a bere.
“Allora mi racconti di questi Guardiani? Chi sono? Chi li manda?”.
Il ragazzo si guardò intorno e poi avvicinandosi a lei rispose a voce bassa:
“Li ha mandati Amazon!”.
“Amazon?”.
“Sì!”.“E perché?”.
“Per rinchiudere tutti quanti a casa, così tutti comprano su Amazon invece di andare nei negozi!”.
“Ah! Giusto! Beh in effetti non fa una piega!”, osservò la ragazza.

“L’altro giorno Chiara ha comprato due libri su Amazon e Gianluca ha comprato una bicicletta. E pure mia sorella mi ha portato un maglione e mi ha detto che lo ha comprato su Amazon!”.
“Ho capito! Quindi dici che ci stanno chiudendo tutti in casa per poterci vendere quello che gli pare?”.
“Sì, brava!”.
“E i Guardiani da dove vengono?”.
“Li ha mandati Amazon, hanno tutti il Covid e se ti avvicini te lo attaccano!”, disse con un certo pathos.
“Cavolo! E come li riconosco?”.
“Non si riconoscono! Può essere chiunque, devi stare attenta, li devi guardare bene! Fanno finta di essere normali ma io li riconosco!”.
“E come?”.
“Li vedi perché ogni tanto tossiscono!”.
“Ah, ho capito! Quindi se tossiscono hanno il Covid e sono guardiani?”. “Esatto!”.

In quel momento Serena vide sopraggiungere Chiara alle spalle di Dante, la donna arrivò con un po’ di fiatone e si rivolse subito al ragazzo.
“Dante! Lo sai che devi rimanere con noi! Dai vieni, ché ti stanno tutti aspettando!”.
Il ragazzo si alzò, la sua espressione sembrò rilassarsi d’improvviso, Chiara ringraziò Serena e dopo un paio di convenevoli subito lei e il ragazzo si allontanarono per raggiungere gli altri. Lei finì il suo caffè, e prese a fare quello che si era prefissata, anche se quella tenerezza che Dante le aveva messo addosso non l’abbandonò per tutto il tempo.

Quando riprese la metro per tornare a casa le vennero in mente i Guardiani, così invece di tirare fuori il libro si guardò intorno e improvvisamente notò che una signora anziana seduta a poca distanza da lei di tanto in tanto tossiva mentre lavorava a maglia qualcosa che spuntava appena dalla borsa; subito dopo alzò lo sguardo e vide davanti a lei una coppia di adolescenti che giocavano a baciarsi sulla bocca con la mascherina indosso, lui aveva gli occhiali e lei appena un velo di trucco, avevano un viso pulito e si vedeva che sorridevano, poi lui diede un colpo di tosse giusto un attimo prima di tuffarsi di nuovo sulle dolci labbra di lei; in quel momento si accorse che una bambina di forse tre anni nel suo passeggino accanto a sua madre diede due colpetti di tosse mentre la mamma le sorrideva.

Sì, dovevano essere tutti Guardiani. Dante doveva avere proprio ragione, dovevano essere tutti Guardiani, pensò Serena sorridendo tra sé.