Grosso guaio sulla linea B

Grosso guaio sulla linea B

Cara Giulia, torno a scriverti per raccontarti cose che succedono solo a noi.

Noi pochi, noi banda di fratelli, noi da sempre sulla metro B.

È una mattina di pioggia in un vagone pieno di asiatici, che definirei continentali perché sicuramente non sono giapponesi, ma vattelapesca se riesco a capire qualcosa sulle loro origini. Me ne sto lì in quell’amalgama di circa 6-7 asiatici continentali per metro quadro a cercare di fare le parole incrociate, quando il mio torpore sonnolento viene brutalmente sconvolto da un’incomprensibile esclamazione d’allarme.  È un suono simile a quello che dà inizio allo scontro tra bande nel vicolo di Grosso guaio a China Town.

 

Alzo dunque lo sguardo e vedo una simpatica gitana, pelle di quel marrone chiaro dorato dal sole, magliettina, pantaloni mitragliati e ciabatte. Il suo polso è finito nella morsa a due mani di un signore asiatico, il quale proprio non ha capito che lei si stava solo appoggiando per non cadere all’interno del di lui marsupio.  Che tragico misunderstanding!

Negli occhi di lei spavento, incomprensione, disperazione: “Oh cazzo, er cinese, m’ha tanato!”

Volge lo sguardo verso un altro gitano. Marroncino chiaro dorato in padella, panza… (e che panza: six-pack de lardo praticamente), maglietta a chiazze de sugna e pantaloncini almeno di due taglie in meno del dovuto da cui sporge prepotente una Y di chiappe, con sopracciuffo de pelo riccio e setoso. Negli occhi di lui spavento, incomprensione, determinazione: “Se nu te levi… spàco botìlia, ammàzo famìlia!”

 

(Ma sul serio lo ha detto?! Poi dicono dei cliché.)

 

Sempre nell’incomprensibile idioma, le urla aumentano e si diffondono: il 10% del vagone… il 20% del vagone… e poi il 50, l’80, il 100% del vagone urla – né più né meno – come Gengis Khan alla carica! Il gitano afferra l’altro polso dell’amica e inizia ad applicare una forza uguale e contraria a quella che il cinese incazzato sfoga sull’altro braccio, quello (apparentemente) colpevole di reato. Lei sembra strapparsi sotto l’impeto della irriducibile pressione di entrambi e probabilmente, da oggi sarà in grado di prendere il sale sulla mensola dall’altra parte della roulotte senza alzarsi da tavola.

 

Dopo una fase di stallo che sembra durare giorni, il gitano con un grugnito ferale prende a tirare di più, talmente forte che sembra quasi un baluciterio in amore, e alla fermata di Piramide quasi riesce a estrarre la compagna dal vagone (con l’asiatico urlante in allegato).

Accorrono allora altri asiatici, per afferrare l’amico e tutto il resto al seguito: supportato dagli amici il baluciterio sbuffa ancora di più, scalcia le ciabatte che ostacolano i movimenti delle sue zampe feline e continua a tirare. Tira come non ci fosse un domani, ma –  a far due conti –  sono circa 300 asiatici contro un solo baluciterio: in pratica, le Termopili ar contrario.

Quale scontro di culture lontane!

 

Sta di fatto che la coppia marrone chiaro vince, riuscendo a sfilare dal vagone tutta la Cina, la Corea e un pezzo di Kamchatka (ché, si sa, la odiano un po’ tutti).

Quando le porte si richiudono il vagone è vuoto, eccezion fatta per me e un signore seduto all’estremità opposta. Ci guardiamo con gli stessi occhi sgranati e torniamo a fare le rispettive parole crociate.

 

Detto questo ti saluto,

Luca

 

 

Caro Luca, quanto non mi stupiscono le tue parole! Linea A o linea B che sia, non c’è niente da fare: noi romani siamo davvero abituati a vederne di tutti i colori. Sappiamo riderci su, sappiamo sdrammatizzare e sappiamo come farci scivolare addosso ogni happening inatteso che vada in scena davanti ai nostri occhi, lungo i binari del trasporto pubblico. Sappiamo tutto perché l’abbiamo già visto e sappiamo prevedere sempre cosa accadrà dopo perché ci sembra di essere seduti in metro da prima che avesse inizio il big bang. C’è una cosa, però, che sono sicura che quasi nessuno di noi ancora sappia: esattamente, cos’è un baluciterio?

 

(https://it.wikipedia.org/wiki/Paraceratherium link da apporre sulla parola baluciterio)

 

Attendo presto tue,

Giulia sotto la metro