Il buono, il brutto e il cattivo sotto la metro

Il buono, il brutto e il cattivo sotto la metro

Cara Giulia, ma tu lo sapevi che la Metro B è una terra di confine?

Pensa che io una volta a Piramide ho visto un signore anziano ben vestito che mormorava una nenia degli indiani Cheyenne. All’altezza di Garbatella si intravedevano dai finestrini formazioni rocciose erose dal vento e baciate dal Grande Spirito Manitù. Augh.

 

Arrivati a San Paolo, però, lo scenario cambia: un gruppo di giovini virgulti di codesta nostra società è intento a portare avanti una discussione basata sul fondamentale concetto:

“più-o-meno-è-così-ma-che-ce-frega-der-cileno-noiciavemotottigòòò”.

E dal vecchio west, passiamo al Giappone perché – come in tutti i manga nipporobòtici che si rispettino – il gruppo comprende i quattro stereotopi :

1) Er Capo, fighetto, perfettino. L’eroe.

2) Er Secco, ribelle e incazzoso antagonista de Er Capo, ma in fondo buono.

3) La Patatakawaii, esempio perfetto di bipolarismo femminile.

4) Er Panzetta, sfigato e imperfetto. Alla fine muore e tutti, dopo averlo preso in giro per una vita, lo piangono a strillo.

 

Nel caso in questione, dei quattro Er Panzetta è secco pure lui, ma è palesemente un Panzetta ad honorem.

Lo si sente dire: “’O sapete che ho letto? Che in tutto er contiente americano ce stanno meno macchine blu che in tutto er continente italiano.”

Genio. Ma che dico genio, artista. Ma che dico artista, fenomeno. In tutti i sensi.

 

E ora che te l’ho raccontato ti saluto con tanta stima,

Luigi

 

Caro Luigi, la tua lettera è l’ennesima, graditissima testimonianza del fatto che – per l’acuto osservatore – il popolo della metro sia una infinita fonte di sorprese. O meglio, un mirabile bignami della commedia dell’arte applicata alla vita di tutti i giorni. Siamo tanti, siamo vari e soprattutto siamo belli nelle bislacche imperfezioni che ognuno di noi si diverte a riscontrare negli altri.  Io per prima.

Il romano è così: il romano è acuto, è implacabile ma sempre pronto a firmare con una risata il  commento sarcastico che ha appena sfornato nei confronti del prossimo. E questo a me piace da morire.

Nella fattispecie, sarei molto curiosa di scoprire cosa direbbero Er Capo, Er Secco e tutti gli altri se incontrassero me e te sotto la metro e avessero l’opportunità di ascoltare una nostra estemporanea conversazione. Magari, con le loro perle, potremmo scrivere un altro dei nostri racconti!

 

Un abbraccio,

Giulia sotto la metro