Il mistero dei tornelli di Jonio

Il mistero dei tornelli di Jonio

Cara Giulia, siamo un gruppetto di passeggeri che ogni mattina – loro malgrado – devono prendere la metro alla fermata Jonio. Posto strano, Jonio: te lo diciamo, perché sappiamo che tu non ci passi spesso e invece dovresti venirci ogni tanto perché laggiù non ci si annoia mai.

 

Anzitutto, devi sapere che Jonio è una stazione completamente automatizzata, in quanto… non c’è ombra di personale di servizio! Il gabbiotto è posizionato il più lontano possibile dal passaggio del pubblico e due piani sopra la banchina; inoltre, presenta delle pareti in vetro opportunamente ricoperte da monitor ed avvisi. Tanti avvisi, ma tanti tanti: così tanti, che se per caso vuoi provare a vedere se dentro al gabbiotto c’è qualcuno, non ci riesci neanche dietro pagamento rateale.

 

Per di più, incredibile ma vero, Jonio è una delle pochissime fermate di Roma predisposta per la timbratura del biglietto anche in uscita. Se ci pensi, questo sarebbe un grandissimo segno di civiltà ma purtroppo è penalizzato dalla presenza dell’uscita di sicurezza, bella spalancata proprio a fianco dei tornelli. Dato che spesso di cinque tornelli grasso che cola se ne funzionano tre, tutti preferiscono uscire da lì. E dovresti vedere i momenti di vero panico che si creano quando una delle rare guardie giurate (…se per miracolo si trovano nei paraggi) si impunta, chiude l’uscita e ci si piazza davanti a braccia conserte!

 

A quel punto, improvvisamente, almeno la metà dei passeggeri si rende conto di aver smarrito il biglietto. Almeno la metà, ti rendi conto? È una cosa che si può spiegare o con un’epidemia di perdita della memoria recente su larga scala, o con un attacco assassino dei Gremlins che – lasciati a digiuno dopo mezzanotte – hanno deciso di sfamarsi con i titoli di viaggio dell’ATAC.  Già questo è surreale, ma lo è ancor di più il fatto che la povera guardia giurata non ha la facoltà di fare multe: si limita quindi a fare ramanzine ai trasgressori colti in flagrante e poi a lasciarli passare con aria indignato.

 

Risultato? Nessuno fa nulla perché il personale non c’è: ai tornelli funzionanti si crea calca perché sono sempre pochi; all’uscita di sicurezza si crea calca perché la guardia blocca tutti i furbetti mentre quei pochi che sono in regola – e vorrebbero solo andare per la propria strada – devono aspettare fino a quando non trovano un modo per uscire.

 

Bella Jonio, vero, Giulia? Che ne pensi?

Ti aspettiamo quando vuoi per fare un giro insieme!

 

Con affetto,

Quelli della B1

 

Cari ragazzi, grazie di cuore per avermi raccontato di questo posto meraviglioso! La vostra storia mi ha colpito molto e non solo per i normali motivi che stupirebbero chiunque. Trovo, infatti, che Jonio sia uno di quei posti che la vita semina lungo il nostro cammino per dimostrare l’esistenza del libero arbitrio: a Jonio l’ATAC può scegliere se utilizzare il personale di servizio o no, i passeggeri possono scegliere se comportarsi in maniera onesta o no, la guardia giurata può scegliere se far presente le loro “dimenticanze” o no. Quelli con la coscienza a posto, infine, possono scegliere se farsi venire un esaurimento nervoso mentre tentano di uscire dalla stazione o no. Dove lo troviamo un altro posto che permette di scegliere tra così tante opzioni?