Cara Giulia,
ecco quello che mi è successo qualche tempo a fa a Castro Pretorio di mattina presto.
Due ragazzi naïve, per così dire. Due di quelli che forse non hanno mai visto una metro, ma forse neanche una grande città. Mi chiedono se devono fermarsi di fianco a me per prendere il treno per Laurentina e io gli dico di sì.
“Ma proprio in questo punto qui, quello dove siamo noi ora?” Ribadiscono per sicurezza.
“Va bene in qualsiasi punto della banchina” specifico allora. “Il treno è lungo!”
“Quindi qui in questo punto va bene?”
“Si!”
Saliamo in metro e in breve la scena si ripete, questa volta con una nuova domanda.
“Scusa, ma questo treno va a Florentina? Cioè noi stiamo su e ci arriviamo?”
Aridaje…
“Se per Florentina intendete Laurentina, certo: va a Laurentina.”
Cinque minuti dopo: “Scusa un’altra domanda, appena arriviamo a Laurentina, troviamo il Colosseo?” “No, non dovete arrivare fino a laggiù! C’è un’altra fermata prima, che si chiama proprio Colosseo: è tra poco e dovrete scendere lì!”
“Ma… per il Colosseo?”
“Eh, me l’hai chiesto tu. Se volete andare al Colosseo, sarà meglio che tra due fermate scendiate.”
“Non a Laurentina?”
“No!”
Nel dubbio, mi rimetto le cuffie e sto per mettere play quando sento che chiedono alla signora dietro di me: “Scusi, ma per il Colosseo… scendiamo a Laurentina?”
E allora mi arrendo e inizio a pensare che quasi quasi ci scendo io a Colosseo, che vado sempre di fretta e da vicino non lo vedo quasi mai.
Un abbraccio,
Denise
Cara Denise, ti ringrazio per questo tuo aneddoto. Non è mai facile illesi e sopratutto ancora portatori di sani di buona educazione dopo un incontro come questo. Il consiglio che ti do, se dovesse ricapitarti un’eventualità del genere con persone simili, è di mandare gli interessati fino a Laurentina senza troppi indugi: non credo che si accorgerebbero della mancanza del Colosseo, neanche se qualcuno glielo facesse notare.
In bocca al lupo,
Giulia sotto la metro