E così, come ogni bella storia che si rispetti, anche questa sta per arrivare alla sua fine.
Oggi è l’ultimo dei miei sette giorni in territorio meneghino: salutato il mio gentile ospite, dovrò prendere per l’ultima volta la linea gialla e scendere alla Stazione Centrale, dove mi attende un Frecciarossa che (si spera!) mi porterà a casetta senza troppi ritardi.
La linea gialla.
Per l’ultima volta.
Nei minuti che trascorro a bordo (rigorosamente!) seduta in attesa della mia fermata, riepilogo le impressioni sull’esotica metro che mi ha scarrozzato per tutta la settimana.
Pulita, vivibile, fruibile, precisa e con a bordo mendicanti che usano con diligenza la consecutio temporum.
(Milano 1 – Roma 0, c’è poco da fare.)
Posto a sedere spesso liberi, viaggiatori che ti cedono il posto all’occorrenza o che te ne segnalano uno libero se tu non lo hai visto.
(Milano 2 – Roma 0, senza neanche bisogno della VAR.)
Una linea lilla senza conducente, con spazio a bordo e alloggi per le biciclette.
(Vabbè, ma questo c’è anche a Roma… il punteggio rimane invariato.)
Sicura e controllata, la metro di Milano è tranquilla anche in condizioni di emergenza. Dall’evacuazione composta per allarme bomba, al silenzio discreto in caso di scippo.
(No, mi dispiace: questo no. Se mi rubano qualcosa, io al ladro lo vojo strillà.
Milano 2 – Roma 1, daje con la remuntada.)
In una metro dove cartelli precisi e diffusi spiegano la qualsiasi, puoi inspiegabilmente vedere un conducente scendere di bordo per non risalire mai più.
(Eh dai, pure a Roma latitano…ma almeno quelli che ci stanno non si smaterializzano da un treno in corsa come Harry Potter al braccio di Silente, Santa Madonna.
Milano 2 – Roma 2, clamoroso in Lombardia.)
L’educazione e il rispetto di Milano sono ineccepibili. Solo che se i medesimi ti fanno perdere la corsa, sei felice quando a bordo trovi dei concittadini che scatenanodel ridanciano inferno.
(Milano 2 – Roma 3, ao’: fatece largo che passamo noi.)
Il conteggio dei round attribuirebbe la vittoria all’Urbe. Vediamo però che succede ai punti, durante gli ultimi minuti a bordo della linea gialla in direzione Stazione Centrale.
Si dà il caso che accanto a me, davanti alla porta del vagone, ci sia una ragazza al telefono.
“Praticamente non mangio da una settimana… sai com’è, avevo preso tre chili!”
Della serie, dietologia sotto la metro. Da raccomandare.
“Se non vado da McDonald’s entro cinque minuti, ti sbrano appena ti vedo.”
Strano, penso io. Con la dieta ragionata che segui non dovresti avere sintomi di questo tipo.
E mentre lo penso, mi sembro un filo la signorina Rottenmeier. Me devo preoccupà?
Sì, perché quando faccio per scendere con valigia al seguito, la tipa ancora al telefono non si sposta per lasciarmi passare e io mi incazzo come una iena.
Che fine ha fatto il mio celebre umorismo metropolitano? Il mio istinto a riderci su? A sdrammatizzare e a lasciar correre?
No, non ci siamo.
Sembro una di qui.
E così decido: vince Roma su tutta la linea e fatemi pure sbriga’ a torna’ a casa, sennò finisce che mi chiudono il blog in cambio della cittadinanza onoraria.